Il divanetto al secondo piano è occupato completamente. La finestra è aperta anche se è fresco, perchè è piuttosto presto, ma la stanza puzza di fumo e lo statuto della croce rossa appeso al muro si è ingiallito di tabacco. Anche adesso i ragazzi fumano. Sono tre e stanno guardando un programma idiota del mattino, formato media famiglia italiana.
- Meno male che vi ho incontrato ieri sera.. non c'avevo per il cazzo di andare all'università..
- ma scusa, a lingue non è pieno di figa?
- che vuol dire? lo sai che sono fidanzato..
- io lo so che sei fidanzato, lo sa anche la tua ragazza, lo sapeva anche Valeria?
- penso di sì..
- e quell'altra, quella che hai beccato in discoteca l'altra sera?
- vabbeh ma lì è una storia vecchia.. se la pianti di spaccarmi ne faccio sù una..
Chissà cosa spinge torme di ragazzi completamente atrofizzati dalla cultura televisiva del disimpegno a sbattere in una qualche forma di volontariato. E' qualcosa che talvolta può essere molto pesante o richiedere responsabilità, è difficile, quindi, che sia una moda.
- Giorgia me lo faresti un pompino?
- eh?
- hai presente l'altra sera..
- l'altra sera ero molto ubriaca e non voglio ricordare nulla.
- ma dite l'altra sera quando eravate in servizio, con Aldo e gli altri?
- si c'è stata una specie di festa..
Suona il telefono. E' una chiamata. Si parte. Hanno trovato uno giù da un burrone alla collina di Santa Giulia. Hanno il tempo di chiedere tutto quello che vogliono mentre fanno il tragitto nel bosco con la barella, che è una menata pazzesca, perchè quel bastardo ha avuto l'idea geniale di cacciarsi nel posto più lontano dalla strada. E quel contadino del cazzo che l'ha trovato dice che andava per funghi.
- Con un po' di fortuna se lo sarebbero mangiato le bestie magari.. sai la gente che scompare.. poi passano tanti anni e gli trovano lo scheletro..
- Sta attento.. perchè devono stare attenti, quando camminano con la barella, non come il mese scorso quando erano rovinati su una rampa di scale, fortunatamente senza vecchio a bordo.
- siamo arrivati guarda è là, e indica con la mano una figura stesa, un grosso sacco di sangue, che probabilmente è proprio scoppiato per chè s'è fatto cento metri di caduta libera tra strattoni e pietraccie. E comunque non si muove. Lo devono muovere loro quando arrivano là. Il dottore ha già detto tutto, ci sono gli sbirri. Tolgono il copertone che hanno messo sopra come un lenzuolo tipo film. Lo girano.
- E' lui? E' proprio lui? dice Ste. E comincia a sorridere con frenesia. Perchè la risposta è sì.
Giulia è andata a scuola a sbrigare le ultime pratiche per il trasferimento. In fondo voleva semplicemente vedere gli altri e salutare il professore di italiano che adorava, ricambiata. E il prof infatti non perse l'occasione per dirle con un buffetto sulla guancia,
- Cerca di essere quello che sei sempre.. De André canta continuerai a farti scegliere o finalmente sceglierai?.. Pensaci sempre Giulia. Impari delle cose, soprattutto ciò che io insegno che hanno valore solo se ti servono per la vita.. capisci? in fondo è per questo che non va più di moda l'umanesimo, che vi vogliono tutti professionisti, ingegneri e medici puri, incoscenti della vita vera, consumatori contribuenti, eh? Pensaci sempre Giulia..
Pensaci sempre, e lei ci pensava mentre usciva dalla porta dell'istituto. Scendeva le scale e poi dato che era presto scese verso il centro. A quest'ora del mattino capitava di farlo solo quando marinava. D'altra parte è sempre bello fare le cose pensando che sia per l'ultima volta. Quando arriva nella piazza del tribunale vede Maria che le cammina incontro. Fa un cenno con la mano, come timida, la faccia è tesa e gli occhi un po' tirati. Gli occhi sono proprio stretti e rossi quando ce l'ha davanti e Giulia è quasi più occupata a guardarle gli occhi mentre Maria parla e le dice
cheluièmortoperchèsiècacciatogiùdasanta
giuliaprobailmentedrogatomahaicapitogiulia
giulialhannotrovatoquestamattinaiononsodipiu
giuliaiotigiuroiotigiuroiotigiuroiotigiuro
- Cosa? Cosa? ripete. E dato che lei scrive racconti ogni tanto, si trova sorpresa. Questa scena ovviamente se l'era già immaginata migliaia di volte. L'innamorata dolce e indifesa viene raggiunta dalla notizia della morte di lui, magari di notte, magari al buio, dalla sua amica e lei viene così sopraffatta dall'orrore-dolore che sviene lì dov'è. Il finale del racconto. Ma questo lo sta pensando adesso, è non è svenuta. Ora che ci pensa deve sembrare vagamente ebete, perchè dopo aver detto "cosa" si è fissata a guardare una gonna trendy esposta in un negozio trendissimo. Maria la guarda e Giulia ora non sta provando nulla.
- Ma sua madre ti ha dato le chiavi?
- Si.
- E' questo il posto?
I ragazzi entrano in un appartamento della periferia. Le case sono quelle del primo dopoguerra. Le prime case che le nuove fabbriche fecero crescere intorno, come ricompensa del lavoro. Un posto solido e spoglio, sporco e spaccato. Al piano di sotto abita una famiglia di ecuadoregni. Sono in sei.
- questa è camera sua, mi ha detto che da qualche parte nel comodino ci sono tutte le poesie e le canzoni..
- io non so quanto sia giusto.. alla fine è un funerale.. alla fine..
- Alla fine me l'ha chiesto sua madre e se non volevi venire non venivi..
- Senti non mi fare prediche perchè io me lo sono beccato nel bosco, scoppiato come un pallone.. mi senti? hai vagamente idea?
- Ecco, dice l'altro facendo finta di nulla, è questa roba qua.
E allora frugano un po', ma tutto è strano perchè quelle carte parlano di vita, non di questo che è successo. In tutte si leggeva il rimorso per una speranza fallita. Il verbo "precipitare" era presente quanto la parola "gioia", e dappertutto si intuiva quel fantasma.
- E io lo sapevo.. e indica in fondo al cassetto la strisciata di foto da macchinetta, le facce felici e attaccate, i baci stampati di gesso, persino un po' ridicoli.
Poco più tardi mentre ancora cercavano la poesia da leggere in chiesa, bussarono alla porta e Ste andò ad aprire. Tornò indietro insieme a Giulia, muta tirata e fredda. Lei entra, senza dire una parola fruga sotto il letto, trova qualcosa, si rialza e se ne va.
Il poster dei Velvet Underground appeso al muro sembra così idiota.
La chiesa è piena di gente. E gente continua ad entrare. Fuori ridono ma dentro è un altra cosa. Accade qualcosa che tocca la vita, quando se ne va un vecchio non è mai così. Chissà cosa avrebbe fatto nella vita? è scritto su ogni panca su ogni tegola su ogni crocifisso. Ma questa non era una malattia. Questa è stata una scelta e anche questo è scritto dappertutto. Perchè in paese tutti dicono che non è proprio stato un incidente. E se lo salvano dall'infamia e solo perchè in fondo era un bravo cristo, per i suoi. Perchè è vero che la gente sta male, sta male proprio a livello di macroorganismo. In chiesa quando passa la bara piangono tutti e tutto è dignitoso. Tra un anno dove ora c'è la bara, pensa qualcuno, ci saremo io e Chiara a sposarci. Con il mutuo, con la fatica, ecco i nostri progetti per il futuro.
Quando tutto è finito i ragazzi si disperdono. Neanche oggi è scoppiata la rivoluzione. Ma la giornata non finisce nel parcheggio squallido di una chiesa, che non è neanche un piazzale. La baia la intravedono dal vicolo da cui ci arrivi, c'è un po' di gente, ma sono solo spettri, così è facile oltrepassarli.
Ci solo Giulia e John in verità. John è il tizio grosso con gli occhiali scuri e la chitarrina, si è messo proprio al centro ed è vestito alla grande per fare un concertone. E stupra quel legno con le corde di plastica come fosse tutta la rogna della terra e urla al mare qualcosa che forse non ha senso, perchè tanto questa è la fine, è la fine capisci? è la fine e continua come una tempesta su tutto quello che c'è.. Su tutte le cazzate che rimangono e domani saranno la droga perfetta per dimenticare. Perchè è l'oblio il segreto, non il perdono, non l'amore. E tutti questi ipocriti che sanno.. E' la fine e non c'è proprio un senso, forse.
Forse no.
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