domenica, agosto 05, 2007

una notte di cristallo

Sentii qualche sberla in faccia.
- Svegliati!
la sveglia non è suonata ne sono sicuro. non è suonata.
- svegliati coglione! guarda qua.
La mia bocca sa di sbocco e tabacco. Anche il lenzuolo sa di sbocco. E c'è un motivo evidente. Lore è davanti a me, ora seduto sul letto. Ha una valigetta in mano, una ventiquattrore. Io resto zitto, rifletto. la valigetta è marrone con i bordi di blastica neri. Ha delle serrature che Lore sta cercando di forzare con il cacciavite che usiamo per aprire il rubinetto dei caloriferi. Mi colpisce per un attimo il fatto che lui sia in parte seduto sul mio vomito.
- Che cazzo c'hai?
- Guarda qui, guarda qui merda!
Guardo lì. la valigetta si apre. C'è un quaderno legato sul fondo di sopra. Mi tiro su. Contiene un cambio di camicia, un astuccio, aulin, un carica batterie motorola, una piccola agenda tipo rubrica telefonica e una decina di bustine piene di roba bianca che hanno una qualche somiglianza con la farina. in bustine.
- Da dove viene?
- Grand Hotel. Facevo pulizie sono entrato in stanza di un tipo che è qui con la "segretaria", eh? Mi ha lasciato una bella mancia, dovevo entrare in camera prima di cena per preparare una sorpresa alla tipa. Una rottura di coglioni incredibile, oggi i fiorai sembravano tutti chiusi, mi sono girato mezza l. in motorino alla ricerca delle fottute rose rosse per la puttana del vecchio.
- non ho ancora capito cosa è quella.
- praticamente io entro, faccio il compitino, poi mi guardo attorno, ci trovi sempre qualcosa, un orecchino, un anello, dei soldi cacciati lì alla rinfusa. Poi, sotto il letto- - sotto il letto?
- Ma si! è proprio un vecchio coglione, hai capito? sotto il letto! che stronzata!
- Quante sono?
- dieci, ora..
- ma non sarà un problema Lo?
- no! è questa la figata. Ha la bamba dentro, questo vecchio sprovveduto non si azzarderà mai a chiedere dove è finita la valigetta, probabilmente non lo ha neanche mai fatto. E' la puttana che si porta dietro che gliel'ha procurata, ne sono sicuro..
- non mi convince Lo. un idiota ok. La poteva nascondere meglio. L'hai provata? com'è?
- No non ancora.
- Da dove vengono i tipi?
- Milano, no Monza, una roba così.
Quando sei sbronzo l'unica soluzione che il corpo suggerisce è dormire. faresti qualunque cosa pur di dormire. il corpo ha sempre ragione. se riesci a dormire a sufficienza hai vinto. due ore non sono sufficienza. io avevo dormito un'ora e mezza al massimo tra una sboccata e l'altra, la cosa non era per niente divertente, dovevo andare a lavoro.
- Ascolta Lo: la valigetta la può chiedere, è un oggetto in fondo. E' la coca che non chiederà mai. Riporta la valigia.
Lo mi guarda dubbioso, molto dubbioso, ma alla fine si sposta, non mi saluta manco ed esce.
Tra una cosa e l'altra mancano venti minuti alle 7. Prendo una bustina, sdraio una manciata di bamba sul tavolino della cucina e incomincio a tagliarla con la lametta sporca che ho usato la settimana prima per tagliare il prizzo. Le mani mi tremano, ho il fiato corto, penso che se è abbastanza buona mi darà uno scossone e tutto si concluderà bene. Così mi ci metto d'impegno e manca un quarto. Vado giù. Ora ho la testa come schiacciata sullo schienale del divano a fiori. Il cuore pompa una ventata caldissima e un liquido gelato che corre giù sulla schiena. Non è coca. non è nulla di simile alla roba che ho di solito. Sotto la doccia ho il cazzo in tiro. Sono pronto, alle 7 in punto entro dietro il banco.
- E' una pacchia eh Ale?
C'è un sacco di figa stasera.
- E' una pacchia Umbe e sono in tiro - verso lo shaker nel tumbler basso e lo porgo alla biondina che ho davanti - questo è per te
- Grazie Ale, sei un tesoro
E chi cazzo ti conosce puttana? c'è tanto di quell'alcol in quella caipiroska che ti ci potrei dare fuoco per intero. Mi brucia, mi brucia tutto, doveva essere una roba farmaceutica, di quella pura, da ricchi.
- lo so tesoro, ma tu sei così bella
Ci sta, è probabile per lo meno. C'è Maria sulle panche di fuori, e ho proprio voglia di togliermi lo sfizio anche con lei. Quando è in tiro mi piace. Certe volte mi fa schifo.

La cosa va avanti bene, dopo due ore sono ancora in forma.
- Hei
- Hei, gli rispondo, è Lo. basta guardarci per scoppiare a ridere. l'ha provata anche lui.
- tutto a posto?
- No, ho una mina in testa di proporzioni colossali, mi sento Dio con il cazzo e ho voglia di suonarmmi.
- La valigia..?
- quello è tutto a posto.
Apre il borsello a tracolla e tira fuori una manciata di pillole blu.
- Aveva anche il viagra quel vecchio figlio di puttana.
Si avvicina la biondina
- Così Ale hai bisogno già del viagra?
ha ventanni rosicchiati. Il mito del barista è una cosa così banale ragazza mia.
- Beh no, faccio tutto da solo. Se vieni di là ti faccio vedere.
- Ah si?
Lore si allontana sorridendo. Io vado al cesso, la tipa mi segue. Lei sa come mi chiamo io, ma non si preoccupa di dirmi come si chiama lei prima di prendermi il cazzo in bocca. Ho le vene del collo che sembrano tamburi. Ogni tanto la tipa ci mette anche i denti, ma lo fa con una certa classe. Bussano.
- Il cesso è molto occupato adesso.
Continuano a bussare
- ho detto che è occupato cazzo. La tipa si è innervosita e mi guarda mentre mi tira una sega semiprofessionale.
- E tu che cazzo fai? chi ti ha detto di smettere.
Si eccita e ripiglia con vigore. Più vigore. Ribussano e mi scende. Ora sono incazzato. MI tolgo dall'imbarazzo e apro la porta.
- Ciao Ale
- Ciao Isa
- quindi?
- ero con lei. Intanto faccio uscire la tipa.
- Capisco.
- E' così.
Si è così non me ne fregava proprio un cazzo. Ma l'episodio aveva scatenato il riflusso, come la bomba in testa prima era stata un'esplosione tipo big bang, adesso accadeva un colasso rapidissimo verso il centro del mio cervello.
- Io dovrei pisciare
- Ah, si.
Mi risveglio esco. Mi giro un secondo perchè la vedo impacciata. Alle mie spalle una voce, le dice:
- Isa hai bisogno di una mano?
io conosco la voce. Isa è girata verso di me e verso di lei. Mi guarda negli occhi:
- eh già non te l'avevo presentata mia sorella, vero Ale?
Io mi ero già voltato. La voce di Isa.
- Ale questa è Laura mia sorella. Laura questo è lo stallone.

Credo di non aver più guardato nessuno in faccia. Ho fatto centinaia di cocktail del cazzo, meccanico e incazzato, neanche fossi in fabbrica. Arriva Tano in chiusura e mi fa
- Ho incontrato lore, mi ha detto che ci vediamo quando stacchi, che ci divertiamo un po'.
- Già.
I minuti passarono più in fretta. La scimmia, una grossa scimmia nuda pensava al posto mio, al posto del mio cervello la frustrazione del cazzo che era rimasto duro, sollecitato.
Tano e Lore aspettavano all'uscita. Siamo andati in riva al mare, è venuta anche Maria.
Una bustina. Due bustine. Poi ci siamo spostati nel magazzino di lore li vicino. Abbiamo steso tutto sopra un raid della batteria di Lore. E' un vortice. Tano dice che è il difetto peggiore. Tutte le altre droghe arrivano ad un confine oltrepassato il quale è il corpo a fermarti nell'assunzione. l'eroina ti stende. L'erba ti rende immobile. La bamba no, non smetti maledetta.

le altre buste erano a casa, usciamo di corsa, facciamo i vicoli, dobbiamo andare a casa. A un tratto Tano si ferma. E' chiaro ci stiamo per suonare, anche io lo voglio, anche lore, anche Maria che è con noi lo vuole. Ci siamo. ma non vedo l'obiettivo. una luce accesa la in fondo, qualcuno che entra. Ci sono dei lavori lasciati a mezzo alla strada, pale secchi badili dei muratori. Tano è lento a camminare, prende un grosso badile. Il mio collo pulsa come un tamburo di guerra. Sudo freddo e siamo sulla porta, è il vecchio cravattaro da cui siamo andati l'altro giorno con Tano, è il fottuto strozzino. C'è anche una ragazzina slava con lui, molto molto giovane.

Il vecchio non ci ha visti, aveva così voglia che non ha neanche chiuso. un po' lo capisco in fondo, se è ridotto così, lo capisco, e intanto sarebbe stato lo stesso, non credo sia un coglione. Non lo credo proprio. Tano stasera sarebbe entrato lo stesso. Porto via la bimba e la lascio a maria, mentre tano sta scavando, sta scavando nella pelle del vecchio. Penso che non finirà bene, penso e vedo davanti a me la bottiglietta di trielina del fondo del vecchio. E' un illuminazione. Lore blocca quel pezzo di merda che bastona a lungo e pesante. lo porta via. E' ancora vivo, sento il polso. Non so che fare. lo copro di trielina completamente. C'è anche della benzina. Non ne ho il coraggio, ho l'accendino e non ne ho il coraggio. E' svenuto, me ne vado. Non ce l'ho fatta a punire il bastardo figlio di puttana, neanche adesso che ero come un dio. non sono riuscito a fare la cosa giusta. l'unica cosa giusta da fare. imparerò mi dico mentre entriamo in casa.

1 commento:

Anonimo ha detto...

piccolo e indifeso è il cuore sotto l'immensità del cielo