lunedì, marzo 17, 2008

questo non è nel romanzo, non proprio, è dedicato a tutti quelli che amano commentare la vita altrui, essendo la propria un po' arida.

il mio paese sono gli occhiali da sole alla mattina quando piove, è fabry che si va a prendere quindici caffè prima di mezzogiorno, è la baia, il mio paese è la gente che se ne va via, la gente che dice sestri è una merda, la gente che lo dice e ogni sera è davanti al mille, il mio paese è il mille, sono i cimiteri arrampicati sulle colline, sono le colline pelate e brulle dal fuoco, il mio paese è il primario che anni fa si doveva fare un barbecue in mezzo al bosco, il mio paese è lavorare tutti i giorni, sono i vecchi, sono i milanesi stressati, le milanesi fiche, le milanesi troie, le inglesi distratte che passeggiano nell’aria serena, il mio paese sono le famiglie bigotte e straricche del centro, le ipocrisie benedette dall’altare, i posti barca in baia, gli stronzi che galleggiano in baia, il mio paese sono le ragazzine che prendono il sole ai barconi, le ragazzine sui motorini davanti ai bagniliguria, il mio paese sono le svastiche sgrammaticate sui muri, i bulletti nazi che non sanno quello che fanno, i piccoli cornuti che si sfogano in discoteca, il sabato sera, il mio paese sono gli sbirri che fermano sempre quelli sbagliati, i bravi ragazzi che escono la domenica mattina, il mio paese sono 17 chupiti di vodka-amaretto di saronno, i cartelli stradali assurdi, troppi, le rotonde insensate solo per prendere finanziamenti, i politici brutti, i politici vecchi, la sordità, il mio paese è chi pensa di vivere, chi giudica se la vita degli altri sia più-meno-semi vissuta, il mio paese sono i preti disorientati, le suore azienda, i piccoli drogati, i bambocci che non sanno più amare, i ragazzini marocchini che sanno il genovese, gli ubriachi storici che muoiono ad uno ad uno come alla guerra di troia, gli ubriachi storici che danno il nome a nuovi locali, le serate etiliche, il mio paese è la fogna per strada, i gondoni lanciati dal palco, i vigili urbani che si fanno di coca, il mio paese è un posto dove ci si può annichilire dovunque, dove il sindaco è quasi sempre un dottore, il mio paese sono i comunisti che diventano democristiani, le discariche a cielo aperto, il carruggio pieno di gente alla domenica con un po’ di sole, il carruggio deserto al mercoledì notte, il mio paese siamo noi come lupi, i petardi sulla spiaggia, gli stupri segreti nelle capannette, la violenza dei casermoni vicino alle fabbriche dismesse, il porto di cemento tagliato dalle raffiche di vento, dal mare azzurro, sporco come la periferia, il mio paese è anche bagheriva, il mio paese è di rudy, i locali che chiudono alle 2, lo spumante alle 8 di mattina, la barista che è l’unica che ti vuole bene, la fede che impara e diventa grande, le cabine del telefono sventrate, le case costruite sugli argini del fiume, la scritta "in tutte le direzioni" dietro l’ospedale, il mio paese è una sera di settembre ad aspettare lei fuori dal bar, le serate da piccio, la stefania e la messa dai capuccini, è il frate che prima o poi lo suono perchè con quella vespa mi ha rotto il cazzo, sono i gatti addormentati fuori dal cutter, il mio paese è aspettare la noa, sono quelli di chiavari che vengono a sestri, è la loro puzza sotto il naso, il mio paese sono cinque amiche che fanno il bagno a mezzanotte, è la strada parco che non serve a un cazzo, è janchris che spacca la testa a suo fratello, il mio paese è preparare la maturità in spiaggia, le notti lunghe a sognare di andar via, i mattini grigi a prendere un treno, sere marroni in cui torni sempre a casa, è l’aperitivo la domenica sera, tutti in casa dopo, col cuore agitato, il mio paese comes on just like special key, è il prazepam, è l’elopram per due settimane, il mio paese è pieno di avvocati, è l’ipocrisia, sono le archittetture di villani, i pompini a renà, le scopate sulla selva, le feste sulla selva, il mio paese sono le stagnole bruciate nascoste nel caffè, ale che è diventato grande nonostante tutto, la chiara che è tanto buona, le risse davanti al balin, gli abusi, il nepotismo, le chiese in cemento armato, il mio paese è quel che è rimasto di via della pergola, è la croce arrugginita della seau, il precipizio sulla cima della mandrella, è la corsica che vedi da sant’anna, è il peso di esserci sempre tutti i giorni, il mio paese è la droga per dimenticare qualcuno o qualcosa, sono i funerali di chi è andato troppo presto, è il bambino appena nato al mio compagno delle elementari, è la bambina di cui ero innamorato incinta di sei mesi, erano gli occhi di F., il mio paese è pieno di bamba, sono le scritte di carolina sulle panchine, è l’ape su cui portavamo la rumenta all’ecocentro, i coltelli nella tasca, il fucile in cucina, il mio paese è lasciarsi in un vicolo che puzza di piscio, sono le risate della emma della vale e della vai, è la poesia che mi ha scritto la ila, è l’overflash, è aver paura di parlare di eroina, di morte, di politica, di domani.
il mio paese è la condanna e la cura, le madonnette in carruggio, i muri picchiati e le mani rotte. il mio paese puzza di merda.

ieri sono andato a genova e oggi lavoro fino alle sette. domani è festa e sarò solo come un cane.