domenica, novembre 26, 2006

Sai dirmi come mi dovrei sentire?

Dove stava andando? cosa cercano in mezzo alla gente, si arriva al cinismo per rassegnazione, per noia. per chè è importante e non lo è?

Delicatamente si adagia sulla superficie liscia unta umida. Penso ai pali e agli alberi sradicati. Un niente che riempe, sempre. una settimana fa non ero qui. Non ero qui. E l'unica cosa da fare sarebbe andarsene via. Andare via senza scegliere la strada, come nascondendo qualcosa. Come un ladro. Almeno non sarei qui.

Qui tutto è sfocato, breve sensazione di sete, la bocca pare arrostita. Il resto ruota attorno ad una sensazione di vuoto. vuoto di sentimenti, come qualcosa da riempire.

Io so che lei lo fa. Loro lo fanno. Loro curano i dettagli e quello che faccio io è lavarmi perchè ne sento la necessità. Bisogna stare in allerta. Guardinghi. Se nulla è più vero non puoi fidarti di nulla. Questo è il nostro cinismo. E' una necessità, ma il mal di testa non passa certo per questo. Non passa il prurito per questo. soli. soli. soli.

Quello della penitenziaria che mi porta a spasso è cosciente e vede tutto. Vede dove sto andando, informerà qualcuno, avviserà, farà di tutto per evitare di nuovo il dolore. Mi farà fare un'altra figura di merda.

"Cosa stai scrivendo?" mi chiede il mio amico. E' mio amico perchè quando è entrato gli si è illuminato il viso quando mi ha visto. Ero un elemento della sua fortuna. Mi da delle preoccupazioni. Per lui tutto è semplice e duro. Vende rose di plastica. Spera di convincere i turisti umani del fine settimana. io so che non avrà una fine e se fosse diverso non sarebbe importante. Non cambierebbe nulla.

Al porto le bare sono pronte per essere caricate sulla prossima nave. Abbiamo predisposto tutto. L'equipaggio è affidabile, tutti ecuadoregni e duo o tre greci. L'armatore è un romantico e ha letto Durrell. Ci ho parlato una volta, è amico di Ferretti, dopo che si sono sciolti la deriva li ha fatti incontrare. Le grandi tenute sugli appennini non sono meno snob di Portofino. E almeno lì c'è il mare.

Il mio sbirro custode si è distratto con la storia. Ha abbassato i freni. L'arte ti fa precipitare nel cesso e dal cesso al mare, la via è breve. Poi ci si abitua anche a girare nella fogna. Ecco vedi per un secondo una luce intensa e dolcissima che ha il nome di donna. Ne senti anche il profumo, il caldo è lucido come il tavolo. UN bravissimo suonatore di chitarra mi passa di fianco, si è arreso va agli uffici di mezzanotte a firmare l'armistizio personale. Non faranno sconti.

Come un disegno sbiadito. Il giornale di domani traccia prospettive pessime per il lungo periodo e rassicura sul presente con una vasta gamma di distrazioni disponibili.

L'antartide è al centro della proggramazione della tv satellitare. Un iceberg si è sciolto e deriva verso punti cardinali immaginari. Prima o poi, lo so, verrà qui. Quel giorno non avrò paura. Sarà la mia vendetta, non ne ho paura. Bloccherà l'acqua e la farà tracimare sulla terra. La andrò a cercare nella disperazione. Per piangere e ridere insieme.

Nello specchio due condividono il possesso dello stesso gorgo umido e caldo. Nessuna religione è salvifica. Tutto è una grande dimensione di morte.

Affoga amore mio io non ne ho il coraggio. Non ne ho il coraggio. trascino i pezzi in un disordine cieco. So di inacessibile ora. Sono gonfio. Sono gonfio ora e inaccessibile.

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