sabato, luglio 07, 2007

Il sorriso di Isa

Maria ha la faccia stanca e tirata dietro il banco. I capelli sono raccolti in una coda sbarazzina, l'ha fatta di corsa, non ha dormito molto stanotte. Il locale era aperto sei ore fa, c'ero, ho fatto la chiusura. Ieri sono stato all'ospedale tutto il giorno. Quando mi hanno portato al pronto, m'hanno mollato su una seggiola all'ingresso. Ero stanco, mi sono addormentato. Quando l'infermiere mi ha svegliato ero particolarmente molesto, mi ha detto di seguirlo, c'erano degli sbirri o qualcosa di simile, perchè lamentandomi l'ho seguito docilmente. ma ero comunque molto determinato a portare a termine il sonno. Seguo il tipo al piano di sopra, ma sono proprio stanco, quando usciamo dall'ascensore lo perdo definitivamente. Nel corridoio c'è una branda mobile, sbocco un po' di birra dentro a un cestino e mi ci caccio sopra. Mi sono svegliato poi alle tre del pomeriggio in uno sgabuzzino al quarto piano. La porta era chiusa a chiave. Dopo che ho provato a chiamare senza effetto apparente, ho attaccato il pacchetto di sigarette che qualcuno mi ha lasciato in tasca. Io non le avevo. non so neanche chi mi ha portato qui. non ho il telefonino. Ho aspettato un'ora e mezza. Con una certa signorilità quando aprono, esco senza salutare, a cenni.

A l. sono tornato solo per lavorare. Alla sera è venuta Isa. Credo di piacerle, perchè la tratto di merda. non è che a me non faccia senso che stia sulla carozzina. Che non
provo pietà o robe del genere. E' solo che nessuno pensa a me e io non compatisco nessuno. Compatire è una moneta idiota e lascia il tempo che trova. Ognuno di noi ha un arto che non funziona. Lei le gambe io la testa, prossimamente pure i polmoni. Quando raggiungo il tasso alcolico appropriato durante una pausa sigaretta gliene parlo, con lo stesso stile. Luca si incazza, mi provoca, mi fa capire che gli sto sul cazzo. In realtà riesce solo a farmi avvinghiare addosso Isa. Lui a me sta simpatico. Luca deve avere poco più che vent'anni. Mentre Isa mi sta facendo una pistola incredibile su qualche sua amica puttana che sta cornificando il tipo, mi chiedo perchè luca sia innamorato di lei. Lei lo usa. non c'è una definizione diversa da questa.
- Perchè tratti questo povero cristo come uno schiavo?
- perchè è il mio schiavo. mi risponde con aria cazzona.
- te l'hanno dato in regalo con la paralisi?
Ecco a questo genere di battute puoi ridere se sei completamente ubriaco, se sei completamente amorale o se sei innamorato di me. A me fanno molto ridere. Isa sghignazza rumorosamente. Luca si incazza di brutto.
- non sono lo schiavo di nessuno, mi urla in faccia.
bevo una vodka.
- che cazzo ti credi di essere? eh? non sei un cazzo con le tue battute ciniche, i tuoi libri la tua musica di merda! non sai un cazzo!
Io sono a due vodke, la nostra piccola bambina a quattro ruote si sta rendendo conto che è in atto una specie di ribellione, corre ai ripari, ma Luca prende a spintonarmi. Si avvicina gente. io non muovo un dito.
- no ragazzi lasciate che si sfoghi, tranquilli, dico
- Sono stufo! io vado Isa e tu?
- Io credo che resto qui.

Ecco mentre Luca si allontana penso che mi piacerebbe scopare con Isa stasera. Più che altro per far dispetto a quel povero deficiente. L'amore è una roba orrenda, ma molto più orrenda di ciò che lui prova ora, per quanto la situazione abbia nel suo caso margini di originalità. Entro dentro, dietro il banco metto su i Joy division, e rifletto su come si fa a chiavare con una paralitica. Non ne esco fuori. Isa continua a star lì mi fa compagnia e chiacchieriamo per tutta la sera. A un tratto capisco che la dovrò portare in albergo. Isa era una figa della madonna prima dell'incidente. Ha tutte le cosine al posto giusto. E doveva pure essere uno squalo col carattere che ha. Il suo personaggio è decisamente ridicolo, ma a poco a poco lei si apre, mentre parliamo. Riesco a vedere una cosa diversa da quella che è impegnata a recitare. Stasera voleva sembrare davvero carina, ha montato tutto un casino sopra la testa coi capelli, si è disegnata le labbra con un rosa più vivo della sua carne. Ora che stiamo chiudendo dietro la porta della cucina la guardo dallo spiraglio. Lì al tavolo così perduta, così veramente perduta, lei e la sua vita spezzata all'altezza delle gambe. Ma devo lavare i piatti, devo fare presto.

Quando usciamo andiamo al mare, come l'altra sera.
- Quanto sono lontane le stelle?
mi chiede e poi mi chiede quanto sono stato innamorato. Mi chiede di Anna. E io le parlo di lei come di mia sorella. Del bene infinito che ho per lei. Di quanto questo mi faccia soffrire. Di quanto penso di essere inutile.
- Beh stasera non sei inutile
- Si? perchè? le chiedo mentre la luna si pone proprio sopra il campanile. E' piena e irradia una luce di morte su tutto. Quando gli dico queste cose, lei stupisce.
- Perchè di morte? Io la sento così calda. E' intima, forse piagnucolosa, ma è come più personale, più dei singoli. il sole è di tutti, la luna ti sembra che ci sia solo per te. Che guardi te. Anche quando ti baci che c'è la luna lo senti che sta lì per abbracciare tutti e due..
- quando lo hai fatto l'ultima volta?
- era prima del diversivo autostradale. Ma non è stato bello, non è un buon ricordo.
- quanto è passato?
- quasi due anni.
si coricò lentamente su di me, come poteva. Mi faccio schifo, ma mi giustifico. Sono ubriaco. Mi accosto e le bacio la fronte.

Siamo a casa, non sta in albergo, ma in una casa in centro, di quelle con le scale tortuose strette e altissime. Penso a Luca che la porta su per le scale tutte le sere. E' proprio innamorato, povero coglione. Io sono sbronzo e rischio di cadere, una volta due volte e poi cado. Anche lei è carica e non dice niente. Anzi scoppiamo a ridere. Sono di nuovo preso, adoro l'alcool, la droga, e mentre, come mi ha chiesto, la chino sul letto una volta entrati, nel mio cervello qualcuno grida che mi sto per scopare la paralitica.
- hai voglia di baciarmi? mi ha chiesto Isa, Isa stanca e felice sul suo letto in una posa non proprio erotica, ma l'immaginazione ce l'ho messa io. Non avevo tempo per essere imbarazzato.
E' iniziato così. Poi a un certo punto credo di averle chiesto
- scusa ma secondo te si può?
- secondo me si. ha risposto Isa.
- ma senti qualcosa tu?
- si. ha risposto Isa, poi mi ha stetto a se come fa un bambino quando ha paura di perdere la mamma, ha messo la testa sopra la spalla e mi ha cacciato il musetto nei capelli. L'ho sentita piangere. Credo che a modo nostro, e io non posso dire che l'amavo, stavamo facendo l'amore.

Quando si è addormentata mi sono alzato e in mutande sono andato sotto. ero felice, forse. arrivo al mare e mi caccio. Pochi minuti prima dell'alba.




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