lunedì, novembre 19, 2007

donne

in quel periodo cominciai a pensare che fumavo troppe canne a ogni ora del giorno. e la specificità della canna mi rincoglioniva completamente. Non ero praticamente mai lucido veramente, mi trovavo in un confine fatto di reazioni esagitate un continuo susseguirsi di crisi di panico nei momenti concitati, e un caldo e rilassante lungo sonno in tutto il resto del tempo. Cioè mentre vivevo. fumavo troppo punto, avevo sempre il catarro e questo non facilitava le cose. Quando ero ubriaco pensavo a Nora, quando ero molto ubriaco pensavo a Anna e tutte le mie sventure, quando ero in preda a dei postumi finivo in qualche modo da Isa. Lei mi riceveva più o meno sempre, non era più o meno successo niente tra noi, ma c'era l'intimità. E poi con lei il tempo mi passava bene, ascoltavamo musica, bevevamo il vino della cantina dei suoi, e ci godevamo la vista dal suo fottuto solaio liberty. Dopo un paio di volte che andavo cominciai a portarmi dietro il prizzo. lei era riluttante perchè non aveva mai provato, ma io cominciai a prenderla per il culo, sempre più pesantemente e infine fumò. Le prime volte poco, con parsimonia, direi prudenza. Poi una sera, arrivai con Lore e il nostro amico Aldo. Aldo è un chilum che abbiamo racattato in qualche festival alternativo in qualche parte d'italia. un tempo alla spiaggia di notte c'era tutta una popolazione di chilum e tubi leggendari, ognuno battezzato. Qualcuno si ingegnò persino a costruirseli da solo con il forno della mamma, ma questa è un'altra storia.
- questo lo devi provare le dissi
- dai disse lei, non più incerta. erano passati i primi cattolici timori. E' stupido ma è sempre bello svezzare della gente. E' perverso forse per la maggiorparte delle persone, ma tanto non capiscono un cazzo.
- allora, appoggi la bocca al tubo e fai un tirone inspirando poi stacchi senza smettere di inspirare e continui a mandare giù aria finchè puoi.
Lo fece e diventò rossa. Il chilum salì in breve, ed era una bella mina. Lore ci abbandonò per andare a bere, era agitato, aveva voglia di figa. Un po' mi rimproverava Isa e anzi non riusciva a capire la faccenda con Nora.

La verità è che non riusciva più a capirmi con le donne, e in effetti le cose stavano cambiando. Mi era sempre piaciuto avere amiche femmine, ero naturalmente incline a questo, ma ultimamente trovavo che le femmine fossero decisamente più sensibili, così incosciamente mi rivolgevo a loro, se stavo male. in fondo ero alla perenne ricerca di una qualche cura.
Lore questo non lo capiva, forse a volte si sentiva defraudato. Se io bevevo di più, lui beveva sempre di più. E sempre più spesso svariava le serate. Occasioni non ce ne sono se sei alla disperata ricerca di qualcosa. e così era per lui. Si vestiva più elegante però, ero cambiato per quello.

La sera del chilum dormii a casa di Isa. Lei era già bella stuonata all'una. La caricai in braccio. la misi in letto, e senza pensar troppo stetti lì per un po' a guardarmi intorno, nella sua stanza. Vedere la sua vita. Alcune parti della camera erano perfettamente ordinate altre erano in stato confusionale completo. Trovai delle mutandine in mezzo a dei quaderni dell'università. E mi chiesi come faceva a cambiarsi le mutande. Per quanto ne sapevo, salvo quando c'era Nora, era sola in casa. Pensai in effetti come faceva a fare tutto. Poi trovai delle fotografie di quando era piccola, di lei e laura insieme da bambine. Le guardai delle ore tutte le foto. Isa prima dell'incidente era una dea dorata. poi si era tagliata i capelli e la non c'era più una posa eretta. Laura ora assomigliava parecchio a lei pima. Laura la sentivo ogni tanto, mi parlava di qualunque cazzata le succedesse, mi chiedeva consigli, ogni tanto mi diceva di salutarle la fidanzatina, che era nora. Di quello non mi chiedeva mai nulla, anche se penso che sospettasse qualcosa nel periodo in cui ci vedevamo.
fatto sta che quella sera andai sul solaio e, preso un quaderno di chimica poco utilizzato e una penna, mi misi a scrivere. Scrissi un casino, come fossi in trance, scrissi di come era morto mio fratello, scrissi di quello che penso provasse, lo spirito era lo stesso di quando a inizio estate ritornato al paese mi cacciavo in acqua di notte e speravo di rimanerci. Di solito scrivevo solo poesie o canzoni, erano robe saltuarie, che facevano parte del personaggio. Era la prima volta che scrivevo così tanto.

Una sera, alcuni giorni dopo venne da me Nora. Era vestita di tutto punto, autunnale, si era fatta la frangetta, aveva fatto i capelli rossi, dei grandi orecchini. Le aprì la porta e lei si stava fumando una sigaretta nel corridoio. era ora di cena le chiesi se aveva fame.
- Non so, non vorrei..
- faccio due spaghetti per me
- no, beh stai tranquillo, mi disse, io non mangio. si sistemò sul divano e continuò a fumare. Era entrata sgusciando da me, e adesso mentre mettevo su l'acqua guardava distrattamente la televisione.
- Beh, le chiesi, che c'è? perchè sei qui?
facevo finta di nulla, ma ero vagamente emozionato, presi del vino da versare nel soffritto, e me ne sgolai discretamente una certa quantità prima di rimetterlo in frigo. Lei mi guardava e taceva probabilmente cercava le parole. Una pecie di interrogazione doveva essere. Se ne accese un'altra e dopo il primo sbuffo, mi disse
- Mi sono appena lasciata col tipo, non sapevo dove andare, non conosco nessuno, sono venuta qui.
- Potevi andare da Isa
- isa non c'è è andata a prendere Laura in aeroporto.
- Lo hai lasciato tu?
- si
ma non disse altro e io capii che mentiva, ma continuai a fare da mangiare. Lei prendeva delle forchettate dal mio piatto. finimmo a dormire abbracciati, senza parlare, dopo un po' di televisione e parecchie canne, le avevo detto che in casa si poteva fumare solo quello. che se no le sigarette gliele ficcavo nel culo.

Se ne andò prima che mi svegliassi, avevo sentito un bacio, ma non ricordo bene. Mi scoppiai le ultime riserve di un fumo robboso che lasciava gli arti pressochè inerti per delle ore. Non avevo un umore particolarmente triste, ma non avevo troppa voglia di pensare complicato e così mi risolsi a stuonarmi. Poi uscì e beccai Lore che veniva a casa, stavo fumando, lui venne con me. Mentre passeggiavamo verso il centro gli parlai della storia che ci drogavamo troppo.
- ma che cazzo dici?
- no è che veramente forse stiamo un po' esagerando.
- è un fatto, si ma alla fine
- che?
- che io c'ho voglia di drogarmi? capisci? si mise a sghignazzare e io lo capivo benissimo. Non c'erano molte alternative, al ridere dico.

Vidi laura che spuntava da un carruggetto laterale. si fermò mi guardò e corse verso di me. Io, mi si allargò il sorriso, la presi tra le braccia come se fosse qualcosa di prezioso ritrovato improvvisamente, mi staccai la guardai fissa negli occhi e per la prima volta una specie di velo, come di pianto a lato degli occhioni azzurri. Sempre felici, vibranti li avevo visti. Siamo stati abbracciati poi tanto. Bevemmo spumante per festeggiare, ci perdemmo in tanti discorsi e cazzate. Le parlai di Isa, di Nora. Mi chiese poi della ragaza morta com'era la storia.
- I giornali hanno scritto che era morta di overdose, non c'era scritto di cosa. Penso fosse robba però, e questo lo dico io
- la conoscevi tu?
- era stata la ragazza di mio fratello, qualche anno fa.
- tu hai un fratello?
- si, dissi, jake, giacomo insomma.
Eravamo già usciti dal bar da un po', stavamo camminando perdendoci in una serata freddina. Era vestita da viaggio con le scarpette da ginnastica mezze sfasciate.
- Non me ne hai mai parlato, dov'è ? perchè non l'ho ancora molestato?
- perchè, perchè non c'è più laura
Accesi una marlboro e nel farlo mi staccai da lei, lei mi guardò, sembrava come ferita e vidi ancora nei suoi occhi quella specie di macchia di prima. Ficcai la mano libera in tasca e le porsi il braccio perchè si attaccasse di nuovo. Si strinse e cominciammo a camminare. Mi parlò dei viaggi su e giù per l'italia, delle scappatelle, dei tanti maschietti senza nome, delle ubriacature rancide. Aveva costretto uno dei suoi pischelli a rubarle un peluche in un autogrill vicino a modena. Poi ci era andata, credo in una piazzola di sosta, quindi usciti dall'autostrada e giunti nel locale di arrivo lo aveva scaricato. il peluche lo aveva ancora da qualche parte.

Arrivammo sul lungo molo del porto, faceva freddo. A me faceva ridere che sembravamo fidanzati. La sbirciavo ogni tanto e mi dicevo che era troppo bella, faceva davvero ridere che girasse con un tossico come me. Quando fummo in cima e davanti a noi solo il mare scuro e le nuvole, dissi
- se ci stai partiamo per monaco, ci sono dei miei amici, andiamo all'october fest
- quando?
- domani dopodomani, anche ora se vuoi
- anche ora, disse, mi trascinò indietro, il tempo di fare uno zainetto, disse.
la guardai andare davanti a me, mentre camminava lieve, era una cosa che mi distraeva dal resto, pensavo che questa cosa strana era la vita. Il vento cominciò ad alzarsi, ed era maledettamente freddo.

ci mettemmo d'accordo, lei sarebbe venuta a casa mia, già pronta. Lore era dentro quando arrivai io, gli dissi tutto, mi chiese se poteva venire, era ovvio.
- portiamo il prizzo
- si, tanto non ce ne sarà più prima della frontiera..
- già.. tu non eri così, quella tipa di fa impazzire, mi disse, di chi è stata l'idea?
- beh mia, mia, ma lei è una pronta a tutto, così ho detto, se lei viene partiamo..
- ma tu hai intenzioni?..
lasciai cadere la domanda, ora volevo solo lavarmi, ero agitato, e non si trattava di droghe, forse era semplicemente il fatto di viaggiare, ma era un po' che non mi sentivo in qualche modo veramente felice. Laura arrivò mentre ero sotto, quando uscii la trovai stesa sul letto a leggere le cose che avevo scritto sul quaderno di sua sorella. quando si rese conto di me chiuse, si alzò, mi tirò un pugno all'altezza dello sterno e poi cominciò a molestarmi in modo divertito. La cosa si esaurì momentaneamente, quando la macchina, la vecchia e sfasciata macchina che avevamo, si accese.

1 commento:

Unknown ha detto...

te l'ho scritto via mail ma non so se l'indirizzo su libero lo usi ancora. Ho risposto al tuo blog sul mio: http://belinde.blogspot.com
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