martedì, luglio 04, 2006

Uno stato provvisorio

Di solito non si svegliava mai così presto. Di solito era il figlio del vicino di sotto a svegliarlo quando tornava da scuola, urlando come una bestia scuoiata. Quando si tirò sù vide la polvere filtrare dalle persiane. La vedeva danzare e rimase un bel pò come in trance, fermo. Poi si ricordò dell'appuntamento, ecco perchè si era svegliato, il colloquio doveva avvenire tra meno di dieci minuti. Raccolse la roba della sera prima alla meglio, passò i capelli sotto il rubinetto del cesso e li ripettinò in modo da non sembrare irremediabilmente calvo. Per questo un pò si odiava, prese due o tre goccie di profumo sbattendosele in faccia, mentre si cacciava la porta alle spalle.

Non c'era molto tempo e si sentiva parecchio agitato, erano due mesi che non lavorava e a questo giro non c'erano soldi per pagare l'affitto. Il perchè, pensò, lo sapevano Jessica, Jasmine e chissà quali altre troie. Faceva caldo, caldo sempre.
Tornare da suo padre non era possibile. L'agitazione ovviamente aumentò quando si rese conto di avere perso la corriera. C'era un parco pubblico dietro la fermata, nell'incertezza andò su una panchina e se ne fece una. Una due che dopo in testa ebbe subito tutto calmo, era ora, quanti saranno stati due o tre kilometri alla fabbrica. Che a chiamarle fabbriche c'era già da ridere, perchè non erano un cazzo.. cinque alle volte dieci operai con due tre specializzati che ti comandavano come una merda, come fare il muratore. L'ultima volta s'era quasi tagliato un dito con la pialla. Era carico marcio quando successe, perchè in pausa avevano fatto un salto al bar ed avevano festeggiato qualcosa. Si mise a camminare il più velocemente possibile, faceva caldo ma il peggio era il dondolare che si era messo a fare in testa.

-OH allora? com'è?
- sto andando a cercarmi un lavoro - sto stronzo proprio adesso. un suo compagno di qualcosa. Una sera avevano fatto una cena tutti insieme dovevano convincere una ragazza a mettersi con un altro tipo, poi era finita in maniera un pò diversa.
- E come stai?-
Sporca merda, pensava, come vuoi che sto, merda?
- Bene vado a cercarmi un lavoro -
-Bravo bravo io lavoro in uno studio, faccio un sacco di fotocopie, eh, una menata sai? poi trasferte traffici casini. La mia ragazza non la vedo mai.
- Si beh però guarda io devo andare ho un colloquio..-
- si si, se mai poi ti porto io.. sai stasera vedo Mary.. la mia ragazza e sai..
- cosa c'è?
- ce li hai 20 euro? così sai sono in vacanza, così mi rilassavo un pò..
- ma porco.. ma per strada?
- dai per una volta..
- mi dai 20 e mi paghi da bere, ho una sete del cazzo..
Mentre quel merda si girava tirò fuori qualche grammata e gliela mise nella tasca, gli fece cenno poi mentre erano al bar che quella merda non aveva capito.
Ne bevve tre o quattro di fila e fece sempre più caldo. Il merda sparì al telefono con la ragazza.

Lui prese la porta e ricominciò ad andare, cominciò a rendersi conto che era estate, continuava a vedere bambine ragazzine e mammine scodinzolare con noia. Sudava, e sudavano anche loro e a volte erano i costumi bagnati da sotto i vestiti a pubblicarsi. Si agitava, aveva bisogno di una donna, non c'erano più soldi per le troie. Doveva far presto.
Non si può tornare da mio padre. Non si può, piuttosto in galera. Oh merda forse si.. alla fine è mio padre cazzo.. e mentre pensava queste cose continuava a guardare i culi sodi e sempre più scoperti. Si faceva sorprendere dalle ragazzine, esplosioni naturali che non lo erano più. Non per lui. Lui vedeva solo del gran godere. Una roba liquida e sudata.
Aveva tanta tanta voglia. Si fece una pastiglia, mentre camminava sempre più lentamente era troppo caldo e la fabbrica, il cantierino di riparazioni Mangini era molto lontano.
Vide il figlio del vicino che stava importunando delle ragazzette cercando di vendere accendini.
- Vattene piccolo negro o ti rompo il culo-
quello cominciò a scappare urlandogli finocchio e finocchio. Lui fece per inseguirlo, ma con la coda dell'occhio vide le due ragazzine che lo guardavano maliziose. Allora si fermò e cominciarono a parlare. Facevano la stessa direzione ed era divertente. Perchè alle due gli piaceva che era più grande, e lui lo capiva che stavano sfrigolando. Cominciò a girare una canna mentre erano per strada, che tanto era una strada deserta a quell'ora, un quartiere dormitorio, molto vicino alla zona brutta e lontana dal faro turistico. Le due strabuzzarono gli occhi, e poi cominciarono a mugolare divertite. Facevano le sceme e lui le vedeva, le vedeva come dondolavano belle piene, da leccare. Erano praticamente in costume e a lui che non gli capitava da un pò la fica giovane così da vicino, fremeva, fremeva di brutto. Cominciò a chiedersi come mai stesse accadendo. Tutto a un tratto si stava mettendo bene tutto. Ai cantierini ci sarebbe andato domani, adesso ci passava, guardava se c'era ancora qualcuno. Tanto le tipe andavano di lì.

Facevano le stupide tra di loro, facevano finta di toccarsi, di baciarsi. Non capiva neanche più bene cosa dicessero sentiva risate e campanellini. E non sapeva ma anche quei pezzi di carne che continuavano a ballargli sotto gli occhi facevano dei sordi tonfi di sesso.
Erano praticamente arrivati alla zona dei cantierini, Sonia disse:
- Ora devo andare a casa ci vediamo domani
Qualcosa cambiò. Fu come una facciata secca e infatti la seconda pastiglia ben dosata del giorno andò via immediatamente, e per non farsi capire, mantenne un atteggiamento distaccato e pensieroso anche se da più di dieci minuti stava pensando solo ad una cosa, se le stava già scopando e questo imprevisto era un brutto imprevisto.
Ma, l'altra rimase lì con lui. Sembrava aspettare a vedere dove lui andava e allora lui si mosse e lei come per scherzo gli passò davanti. E lui allora gli posò una mano ben data sul culo. Un culetto che così sodo solo se sei fresca ce l'hai. Lei fece finta di saltellare per schermirsi. Intanto però tornava sotto. Non c'era proprio modo: bisogna essere realisti questo lavoro è andato.. domani non ci posso andare.. tanto non mi prenderanno.. arrotondo in qualche modo e adesso chiavo.
Andò tranquillo in un parcheggio merci pieno container che li scarcavano di mattina. Gli rimise di nuovo la mano sul culo poi la girò con la schiena contro una rete metallica. Lei sembrò sorpresa, lui le prese le tette nelle mani. Lei cominciò improvvisamente ad urlare. Lui era in botta assoluta e per come si era messa la cosa non c'era più tempo per delle cazzate da ragazzina, che ti svegli tutt'a un tratto. Così le girò manata in faccia, e gli premette la bocca schiacciando tutto contro la rete e poi le ficcò le mani nelle mutande e non fu neanche difficile. Lei aveva iniziato a piangere ma stava zitta. Ma la situazione stava per crollare e allora lui le prese la mano e se la strofinò addosso. Poi basta. Scese tutto all'imnprovviso e si rese conto. La guardò cattivissimo come il peggior matto che si ricordasse e la minacciò più volte.
Mentre tornava a casa si annusava le dita. Non mangiò nulla e non rispose al telefono. Fece caldo anche di sera. Lui sognò sua madre morta che piangeva, che scuoteva la testa, e singhiozzando, con un male sordo nelle orecchie, gli chiedeva:
- Cosa hai fatto? cosa hai fatto..

Nessun commento: