mercoledì, agosto 09, 2006

Sogno di una rapina

- E' stato con William, in crociera, è stato bellissimo.
- Chi cazzo è William?
- Tu eri sempre a fare il coglione al bar o al casinò, noi stavamo sul ponte..
- Chi cazzo è William?
- Lo abbiamo fatto in camera sua, una delle più amplie, mica quello spogliatoio che hai preso tu tirchio bastardo.
Si versò da bere nervosamente, la guardò in cagnesco un'altra volta, spolverò senza pensarci, il tono e l'espressione di quando negava le ferie ai dipendenti, prima di montare sulla spider e partire.
Calmo disse
- ho chiesto chi cazzo è William..
- Non ha importanza lo capisci? cosa lo vuoi andare a pestare? non capisci? ho goduto e lo farò ogni cazzo di volta mi pare, come fai tu..
Il tono con cui aveva detto le ultime tre parole nascondeva un sentimento diverso dall'arroganza rancorosa di tutto il resto, c'era dell'altro, lui sapeva benissimo che c'era dell'altro.
- Aspetta, ma tu mi stai parlando di quel negro di merda? hai scopato con quel negro bastardo con la collana hawaiana?
- Si.
- No, non è vero..- e rise nervoso - un negro coglione, ma a parte questo era visibilmente brutto e deficente.. le troie che scopo io sono buone almeno, hai capito?
- Mamma..
- Un momento.. si vede che si accontentano di quanto le paghi, non si divertono di sicuro..
E andò verso il corridoio, tirando su la lampo sulla schiena, mettendo bene apposto le tte nelle coppe.
- Stai buono Luca, ora mamma e papà vanno a cena con alcuni signori di Torino.. ti ricordi l'altro giorno sulla spiaggia? i signori che sono scesi da quella grossa barcona? si.. ecco andiamo a cena là e non possiamo portarti. Non sono riuscita a trovare Pamela per cui starai solo un paio di ore, ma vedrai che torniamo presto. Ecco qui c'è il telefonino con il mio numero già sopra, devi solo premere il verde. Premi il verde e chiama per qualunque motivo, come a scuola ok?
Il bimbo sulla sedia a rotelle annuì. Abbozzò un ciao quando li sentì partire con il macchinone di mamma, che occupava per intero la strada che portava alla villetta.

Luca rimase solo. Accese la televisione in cerca di cartoni o belle signorine. Poi si mise a giocare con il regalo del suo decimo compleanno, un piccolo videogioco con televisione incorporata, che faceva un casino infernale quando voleva. E anzi c'erano pure delle volte che lo accendeva solo perchè facesse casino. Come spesso accade ai bambini, nel casino si addormentò.

Sognò il solito sogno. La scuola aperta, la ricreazione, lui che tira sberloni ai suoi compagni più piccoli in particolare Alberto Pica, un grasso nano, una palla oleosa con quei capelli radi e sottilissimi. Lui è lì e dà dei fortissimi coppini ad Alberto che piange ed urla. Lui ride. Alberto a un tratto alza la testa e gli tira un violentissimo pugno sul mento. Lui ride ma il pugno gli fa male. Chiude gli occhi. Alberto sta scappando, scappa come una lepre, scappa dalla scuola. Lui sente la sua paura e lo insegue. Alberto si sente spacciato e fa una cosa che Luca non si aspetta, si lancia a capofitto in mezzo alla strada. Dopo c'è una grande frastuono e un lunghissimo prato verde e tante donne bellissime vestite come principesse che danzano leggere e magnifiche. A questo punto del sogno sente shpejt,shpejt e un grande frastuono.

- NON URLATE!- ringhiò Carmine. Ma quelli erano agitati, avevano tirato bamba, e se ci fossero state donne in casa sarebbe stato un grosso problema. Il ferro tanto lo aveva lui ed era anche piuttosto pronto. In tre si sparpagliarono per la bella e spaziosa villetta. Carmine giunse in camera da letto frugò senza troppo garbo dappertutto. Un po' di soldi li trovi sempre. Si accese il monitor del computer, sotto c'era un programma, Carmine lesse i file scaricati, dai titoli bizzarri. Schiacciò un tasto e partì un filmato con una bambina che entrava in un bagno e si metteva a pisciare. Co dio, pensò Carmine.
- tu sei un bandito? - al primo suono Carmine si era girato con la pistola puntata davanti a sé. Ma non c'era nessuno. Poi guardò in basso e vide questo babanetto sulla sedia a rotelle con l'aria un po' addormentata.
- Una pistola, disse il nanetto, allora sei un bandito?
- Beh, disse Carmine ripigliandosi, in un certo senso.. comunque stai tranquillo, non ti faremo male..
- Mi fai vedere la pistola?

Carmine ha 19 anni, si trova lì più per scommessa che per credo, questa cosa non l'aveva calcolata. Non si sentiva pronto ad ammazzare nessuno, ma il bambino sulla sedia a rotelle aveva visto. Mentre pensava a tutto questo con una preoccupazione crescente diede in mano meccanicamente la pistola al bambino.

- E' pesante!
- E' di ferro..
- Come si usa?
Riprese la pistola che il bambino gli passava e glielo fece vedere.
- Mi ucciderai?
- Non ti faremo del male, disse, stai tranquillo. E' una cazzata questa.. un furtarello.. ma ce ne andiamo subito..
- No dai, stai ancora un po', disse il bambino, io, disse, io non vedo mai nessuno..
- Come, beh come mai sei così?
- Mi ha messo sotto una macchina. Stavo inseguendo uno stronzo per picchiarlo.
Carmine rise. Poi si fece un po' triste, il pischello gli stava simpatico, poteva avere l'età di suo fratello piccolo. Suo fratello non avrebbe mai fatto il muratore, lui non lo avrebbe permesso perdio.
Shpejt, Shpejt!!! urlavano da sotto, CarminacarminaShpejt!
- Devo andare..
- Portami con te, potrei, potrei.. potrei pulirti la pistola..
- Non sai pulire la pistola
- Me lo insegni tu..
- Non posso, non posso..
E scese le scale, poi si fermò si girò e gli disse
- Ma era proprio stronzo quello?
- No, disse il bambino triste, mi sa che ero più stronzo io.
- Stai tranquillo.. Tutti ci prendono per il culo prima o poi. Ma poi tu diventi più cattivo e puoi sempre vendicarti.. che cazzo dico.. vuoi veramente venire con me?
- Si, vorrei avere una pistola come te.
- Una pistola e cosa ci faresti?
- Ucciderei mio padre, proteggerei la mamma. Mi capisci?
- Si, disse Carmine mentre scendeva le scale, si amico mio, disse.

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