mercoledì, ottobre 04, 2006

Distrazioni

- Quindi c'era questo carciofino qui, mi capisci? un carciofino, uno stronzetto, dio.. mi si para davanti e incomincia a parlarmi della moto che si è presa, che è lì fuori, che ieri c'ha portato una ragazzina a farci un giro, che se l'è scopata su un prato davanti alla moto.. io lo guardo, ma, ti giuro non riesco a capire, non capisco che cazzo ci fa sto stronzo tra me e il banco del bar, madonna...

A quest'ora del pomeriggio si è appena svegliato, anche se lavora da stamattina, quando si sveglia ha sempre bisogno di sentirsi allegro. Così al primo che incontra appioppa sta scenetta idiota. E non fa manco finta di ricordare se è lo stesso a cui l'ha raccontata il giorno prima. Però paga da bere.

- E Gio dietro il banco mi deride come come una donna! C'avevo voglia di qualcosa di rilassante per distendermi, in tutto il giorno non mi ero fatto manco una canna. Dieci quindici caffè, due pacchi di marlboro che avevo ancora i morti in tasca. Sto coglione mi dice, ma cos'è? ti do fastidio? E io l'ho preso di spalle e l'ho cacciato fuori. Non ho detto una parola e mi son seduto. Un bel bianco Gio, di cuore..

Sorseggia una birretta, si sparpaglia un po' i capelli al passaggio di una bella topina e insomma lascia rosolare l'altro, perchè il piatto forte lo deve ancora portare. Ma ripeto, il tipo che sta davanti sa esattamente almeno tre versioni della storia e del finale.

- Così mi sento bussare alle spalle, penso che sia il carciofino che è tornato a farsi ripassare definitivamente. Cosìper fargli capire come stanno le cose do una manata da basso per prendergli i coglioni. E lì che mi rendo conto che c'è una gonna.. Mi giro e c'è sta Deborah, questa silurona, una gran bella storia. Mi chiede da accendere e io che in fondo ero piuttosto lucido, sono svelto con le parole e incomincio cioè mi metto a splendere e lei è proprio contenta. Lei si siede, trentanni, una favola, divorziata, possibile ninfomane. Le cose vanno proprio alla grande. Esco un secondo a fumarmi una siga. Come metto piede fuori mi vedo Carlo davanti alla porta con gli occhi a terra. Sembrava andiccapato, fuori, fuori.
Mi dice che è morta sua madre. Gli ha preso un colpo secco. Me lo dice, che c'è pure un po' di gente in giro, perchè era quasi pasqua, come adesso. Sto ragazzone coi capelli lunghi, un uomo maturo, ha sempre lavorato dico, beh mentre mi dice ste cose comincia a piangere. E si mette le mani in faccia come per proteggersela, e trema tutto come una foglia. Io ricordo solo che ho bestemmiato ad alta voce. La tipa è uscita ed è rimasta a bocca aperta. Io le dico - aspettami un attimo che son subito da te, il tempo di risolvere un problema - E allora me lo carico addosso, entro e dico a Gio che andiamo un secondo in bagno, come siam chiusi Carlo ha sboccato tutto quello che aveva in corpo, e ti assicuro che aveva bevuto un bel po'.. Appena è riuscito a tirarsi su l'ho fatto tirare su io con una bella sberla - e fa segno con la mano, per far vedere che la sberla era proprio lunga - è un lusso avere degli amici non lo sai?-
- E la tipa ti ha aspettato?-
- No - risponde abbastanza scuro, ma poi col ghigno aggiunge - è uscita con uno che poi non ha più trovato la sua macchina - dice e ride.

Finito di bere, si alzano, Draghi fa per pagare, ma il suo amico chiacchierone lo ferma, offre lui. Non c'è pace neanche adesso fra la gente. Le strade spente, assolate, come in un costante pomeriggio senza vento. Arrivano nella piazzetta della torre, ci sono due ragazzi seduti sulla panca. Lei sta sopra a lui di fianco, sono abbracciati, le teste immerse uno nell'altra e silenzio.
- Quella lì vedi, fa Draghi, è la nipote di Pietro. E' bellina eh?
L'altro annuisce piano, maliziosamente. Chiede chi è il ragazzo fortunato. E' uno che suona gli risponde Draghi, la sera in baia è sempre lì con la chitarrina e qualche amico.

Mentre camminano continuano a passarsi la boccia di rosso che hanno dietro. La distillano placidamente da un paio d'ore con molta parsimonia. E rintuzzano gli effeti con brevi e significative soste ai bar. L'alcool è molle, è stanco e li trascina intorno, e ogni nuovo giro è una cosa nuova. Quando gli capita di pensarci si chiede se questa è vita. Se è così semplice, se sia come galleggiare sopra la noia, la delusione, l'effettiva disperazione. Non è un malanno si risponde Draghi quando ci pensa, non è come una dipendenza. La vera dipendenza è svegliarsi, pensa, il vino a litri come le fontane è solo un modo.

Mohammed che abita vicino a Carlo, li sorprende mentre pisciano contro la chiesa, riparati da un bel pertugio. E comincia scassare. Mohammed è un piccolo delinquente, capisce solo le sberle, come quelle che gli danno a scola perchè non sa parlare, o i calci nelle gambe perchè e piccolo e negro. Quelle di suo padre sono l'ultima cosa che sente prima di dormire. E lì dietro a due dei peggio tossici ubriaconi non fa altro che ridere e prendere per il culo. Così loro che sanno, loro che hanno pure un po' capito come funziona questo porcile, loro non gli fanno un cazzo e ridono pure loro e va a finire che quando dormiranno stasera saranno le uniche risa vere della giornata. Senza un senso.

Col fare dei malandrini quando comincia a calare il sole, si portano stancamente in baia, nella diffidenza dei pochi turisti rintronati.
- Che fine ha fatto poi Carlo? non lo vedo quasi mai in giro..
- Eh.. da quando è successa quella cosa s'è fatto prendere male, in due anni ha perso un sacco di capelli. Non è stato bene. S'è fatto licenziare, ha bruciato un sacco di soldi con la bamba..
- Io sapevo che spacciava qualcosa..
- Come tutti. All'inizio... Ha fatto anche qualche lavoretto per quelli del canile, sai.. giusto per ingranare un po'.. Adesso, adesso.. mah, dice l'uomo stanco, ognuno fa quello che vuole.

Una turista inglese trentenne, camminava dall'altra parte della strada, con un fare terribilmente distratto. Si stava perdendo nei colori delle case, dei portoni, della gente. Negli odori pure, perchè tutte le cose affascinanti hanno una qualche puzza.
Loro la guardano passare in silenzio, pensosi. Poi si lanciano uno sguardo d'intesa, quando lei è passata, uno indica con la mano davanti all'edicola.
- E' della finanza, dice e subito cambiano strada.

Un altro bar. Ed è già un po' più tardi.
- Potremmo prendere la macchina.. potremmo andare anche a Milano.. troviamo qualche bel locale..
L'altro ride e annuisce. La rogna non scende a nessuno dei due finchè bevono. Sono amici da tempo, molte notti hanno passato insieme. Quando si alzano nessuno dei due dovrebbe guidare. Vanno alla macchina, Draghi saluta Pietro che sta entrando ora da Gio.
- E Carlo, gli chiede, adesso, voglio dire, adesso cosa fa? lavora?
- E' un casino..

Sono già sulla macchina quando passano per andare all'autostrada, davanti alla fermata della corriera. Ci sono quei due, i due ragazzi di prima. Sono lì seduti, sdraiati al muro, hanno le teste appoggiate, i capelli di lei coprono le spalle di lui. Sono così tristi e così felici insieme, il sonno alcolico fa da lente, lì accasciati contro la città sono l'immagine dell'arrivo, non della partenza.

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