venerdì, aprile 14, 2006

Scritti sul muro

C'erano dietro a farla da più di un ora. Fuori c'era un freddo cagnaccio, non fosse stato per il mare sarebbe di sicuro nevicato. Magari.. la neve.. La polvere la raccoglieva Marco sopra il tavolo, la cantina non era troppo grande e aveva solo una luce, per cui lui stava sotto il neon, mentre Matteo limava il tubo. Quando la polvere fu pronta Marco disse di prendere la saldatrice. Ancora una volta a limare, poi con due punti attaccarono a capo del tubo una piastrina di lamiera liscia a quadrato.
Marco aveva gli occhi scuri, non aveva mica fatto dei grossi progetti per sto giochino, no, però non era la prima volta che ne faceva una. Anche l'anno scorso alla fine della scuola. Un delirio. Una botta pazzesca.
Matteo per scherzare si accese due sigarette insieme e si mise pippare come una ciminiera. - dove hai messo il pornazzo?- Marco disse che aveva quasi finito e che non c'era tempo per farsi le seghe.
-Ieri me ne sono sparata una prima di andare a scuola, mi sono ricordato di jennifer hai presente? penso sempre a quello. Alla sera del compleanno di Anna. Era così bella in costume ci potevo troppo andare ti ricordi? poi è arrivata quella merda di Robby..-
E si ricordo, ricordo tutto. E tu non sai povero imbecille come era bello toccarla. Non lo sai che cos'era. Marco la sera del compleanno di Anna per quanto fosse il ragazzo di Anna aveva scopato come un matto con Jennifer, mentre la metà dei suoi amici si stuonava il cervello con Robby. Anche Anna. Poi Jennifer ritornava a Milano, come al solito. Una scopata galattica, tipo dieci minuti da dio e lei urlava un casino.. l'aveva fatta urlare un casino.
Marco alzò gli occhi dal tubo, Matteo aveva trovato il pornazzo e se lo stava analizzando. ''Ecco un imbecille, un completo coglione. Gli vedeva la bandiera italiana tatuata sul giaccone, quest'estate era un capellone e adesso guardalo lì con la testa rasata a pelo, bello ordinato. Lo credeva facile quel coglione. Quando poteva si faceva tutte le sgazze che poteva. La mente deve restare lucida e poi io non fumo.''
Marco disse di prendere la benzina, che era quasi finita, era quasi pronto tutto. Il cretino sghignazzava come quella volta che avevano fatto una svastica enorme sul muro della chiesa. Ben fatto, ben fatto. Lui non era fascista era nazionalista, cioè negri di merda, ecuadoregni di merda quelle cose lì. Il resto erano stronzate per professori, per la scuola. Prima a Marco gli era quasi venuto duro pensando a Jennifer, un po' pure pensando ad Anna. Lei non l'aveva mai saputo, cretina come tutti. Come tutti.
Matteo chiede adesso come si dovrà appizzare, lui non capisce. Ora te lo spiego io coglione passami la candela che la scaldiamo. Marco è un duro però le mani gli fanno un male bestia, eppure sta fermo vuole urlare ma sta fermo, la figura di merda sarebbe intollerabile, doveva andare liscio tutto. E poi la cera si modellava bene, non ci aveva pensato tanto, però la cera era stata proprio una bella idea, geniale per sigillare tutto.
Uscirono dalla cantina nel cortile del palazzo, l'unica preoccupazione era che non li vedesse la madre di Marco e lui guardava fisso su, ma poi sua madre non c'era alla finestra o non c'era e basta ed era lo stesso.
Arrivarono al sottopasso in dieci minuti, Matteo aveva sghignazzato per tutto il viaggio reprimendo gli scoppi più grossi. Marco un po' lo odiava. Giusto un po'.
Adesso arriva. Disse Marco. Solo qualche minuto.
Quella merda di Robby aveva un kilo di prizzo tagliato in cubetti tipo regoli come quando era bambino. L'ispirazione era parte del mestiere. Robby aveva deciso di smettere di farlo circa una decina di volte. Quella volta era l'undicesima. Il vagone su cui viaggiava era deserto.
Marco non disse nulla. -No, che cazzo fai?- urlava Matteo
Do fuoco a fazzoletto non ti preoccupare. Non ti preoccupare imbecille. Non ti preoccupare mai.
Appena scese dal treno Robby sentì un un botto tipo gomma di camion che esplode un po' più sorda e poi qualcos'altro, ma subito subito non capì bene. Polfer, polfer agitata, polfer distratta. Ok è l'ultima volta lo giuro.

Ciao ma. dove cazzo è? matteo girò in casa, mà? mà? dove cazzo sei mà? che fai mà dormi? dormi mà?

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