giovedì, aprile 27, 2006

La poltrona del sindaco

-Ho detto che non ci vado e NON CI VA DO!- era vagamente incazzata, ma si moderò subito. Eh che questo Chiozzi era una persona strana. Questa ricchezza sbattuta in faccia, che non si sa bene da dove è venuta, questo modo di fare amichevole da sciacallo. Un sciacallo. E la ditta poi? lungi da Rossana fare della facile polemica, ma insomma perchè proprio una ditta edile di Trapani? Dice che i prezzi erano i più competitivi, che c'era stato l'appalto.
Rossana, le avevano detto diversi consiglieri, Rossana ti devi fidare, l'appalto è una cosa pubblica sai? di cosa avere paura? di chi non ti fidi? non ti fidi di noi? sù non fare la ragazzina.. Non fare la ragazzina, le avevano detto, e poi.. e poi tuo padre, eh? Pedro cosa direbbe, che non ti fidi di noi?

Pietro, 19 anni guerra in albania, fango, guerra in grecia, fango e un po' di morte. Medaglia al valore, si caccia a recuperare un disgraziato di napoli che era rimasto imbrigliato in una rovaia, gli avevano fatto partire un ginocchio a piombate. Ritorno in Italia, clinica in provincia di Bologna, nel bel mezzo di un faggeto, tanta figa come non ne aveva mai visto fino ad allora. Va bene che la gamba non funzionava, però solo quella. Lascia Bologna con tre cuori infranti e (forse) dei figli. Ritorna dalla mamma che c'ha 23 anni. Sul treno tre pischelli con la divisa nera gli rompono il cazzo, molto velocemente scivolano giù dal treno. Lui scende e prima di veder la mamma finisce in montagna, nome di battaglia Pedro. All'ombra di una quercia gli vengono impartite lezioni serrate di comunismo. Tipo catechismo, perchè a lui la scuola non l'avevano fatta fare, miniera a sedicianni ed era lusso che prima quando andava a lavorare i campi si doveva svegliare prima ancora e a lui la figa gli era sempre piaciuta fin dalla culla. Tipo catechismo, e il comunismo era una bella verità, cioè non era mica Dio, ma dovunque ti giravi sapevi sempre dove era il nord! E fu così che il partigiano Pedro digerì il comunismo: rubi ai ricchi e dai ai poveri, semplice e fragoroso, come le granate che ti lanciava dai muretti sulla strada. Pedro, militante nel partito a trentanni. Operaio sfruttato e perseguitato. Segretario della locale sezione. Pedro che lascia la moglie e si mette con una ragazza della fabbrica, Giuliana. Hanno una bimba che la chiamano come la Rossanda, perchè Pedro nel frattempo non è mica rimasto un grigio compagno del PCI. La coscienza della diseguaglianza lo ha talmente infervorato e poi.. e poi segretamente s'era innamorato della Rossanda che l'aveva vista ad un congresso e..
E poi un giorno gli è cascata una barra di metallo sulla spalla. Da dieci metri. Ed è rimasto lì Pedro, perchè sui monti s'era conquistato il lavoro in fabbrica mica la libertà.

E Rossana va in macchina. Passa davanti all'ex deposito, dei ragazzi stanno occupando. Ci sono i vigili, i carabinieri, tutto insomma. La televisione ha reso tutto più difficile. Adesso uno vede la gente che occupa a Milano e pensa che lo si possa fare anche qui. Senza sapere nulla, neanche cosa farci con l'occupazione. Come quando le fanno a scuola. Rossana pensa a quando aveva fatto lei l'occupazione. Che a sedicianni ne hai sogni per la testa, che suo papà era morto da dieci anni e sua mamma non le disse nulla quando telefonò a casa per dire che dormiva a scuola, che c'era la Rivoluzione. Lei l'avevano cresciuta i compagni di suo padre, era la beniamina.
Il bene e il male, ecco cos'era: non c'era nulla di particolarmente giusto in quelle sceneggiate da film. Eravamo piccoli, pensava, ma lì quella notte noi eravamo il bene e tutti gli altri il male. Il bene era qualcosa di diverso dal presente, non era più neanche un sogno, era un bisogno. Il male era il brutto, la tristezza, l'indignazione repressa, l'umiliazione. Non c'era nulla di giustificato era solo gridare: se noi facciamo così vuol dire che cè qualcosa di sbagliato lo capite? lo CA PI TE?
Non lo capivano. Ma poi le insegnarono la moderazione, questa strana forma di coerenza democratica, per cui si vuole, si desidera qualcosa che è diverso dal resto. E il resto è tutto ciò che si deve cambiare. E allora quei ragazzi erano dei sovrani coglioni nel loro richiedere delle cose discutibili in modo completamente sbagliato, delle sberle alla coscienza se si trattava di bene e male..
E lei la coscienza ce l'aveva ancora. Quando l'avevano fatta assessora, aveva detto di no tutte le volte che sentiva puzza, che non gli piaceva. Non era molto politica, ma tutti furono costretti a riconoscerle un aggettivo: libera! Questo nle piaceva veramente e la gente, anche chi non capiva un cazzo, l'apprezzava. Quando avevano detto che sarebbe stata candidata a sindaco si erano dovuti inventare un sacco di storie prima sul fatto che fosse mignotta poi sul fatto che fosse lesbica.. ma era inutile. L'avrebbero votata in massa. Il primo sindaco donna. E libera.
Rossana scese dall'auto davanti al municipio, mentre saliva le scale fu fermata da due assessori. I ragazzi all'ex deposito non ne volevano sapere di mollare.
-Dicono che stanno lì anche stanotte, che è un luogo pubblico, che non è giusto farci delle case per turisti..-
-Sono ragazzi, fanno sempre i coglioni a quell'età.. esclusi i presenti- e sorride a Rossana. Rossana non sorride, fa finta di niente. Quelle case le avrebbero fatte comunque, ma bisognava smetterla. Lei avrebbe messo fine a quel mercato nero di cemento.

La signora Pina guardava dalla finestra quel trambusto di fuori. Abitava da anni in affitto al terzo piano dirimpetto all'ex deposito. Alle sette di sera di solito guardava sempre la televisione, ci si perdeva dentro finchè il sonno non subentrava. Il marito era morto da qualche anno, e lei che aveva vissuto tarandosi sulle sue abitudini, ora solo la televisione aveva. E invece quella sera era sul balconcino a guardare con curiosità e fastidio un frastuono sconosciuto, senza capire nulla tra ragazzini e poliziotti o carabinieri. Ora vedeva arrivare la Chiara, la figlia della Gina e il suo fidanzato il meccanico, che quando la incontravano alla coop la salutavano sempre. E allora quella sera la signora Pina prese coraggio scese di sotto e andò vicino ai due ragazzi che come altre persone guardavano la scena in mezzo le forze dell'ordine e il giovane disordine.

L'ufficio del sindaco era aperto. Rossana era entrata incurante, come faceva sempre. Tutti avevano paura del sindaco. Per tutti era più che il sindaco, era il vertice di un sistema di potere piramidale, a tratti quasi esoterico. Per lei, il sindaco era un vecchio burocrate, la cui placida calma era solo l'involucro esterno di un sacco di calcoli freddi, freddi e vuoti. Diventano tutti così, i sogni muoiono per questo: a un certo punto non si riesce a cambiare tutto, tutti insieme. Qualcuno si stacca e calpesta gli altri, ne basta uno e l'equilibrio del sogno crolla e crollano i trampolisti. Io no, sono la figlia di Pedro. Io cambierò tutto, da sola.
Il telefonino squilla, è sua cugina Maria, Rossana sa che è all'ex deposito.
-Guarda che ho sentito che arrivereranno i carabinieri, prenderete delle sberle e avrete fatto la figura dei coglioni. No. No. Maria non hai capito io non posso farci nulla.. eh si adesso hai in mente che vengo lì tra di voi.. eh si certo che se ci sono io i carabinieri non picchiano nessuno.. Maria tra tre giorni ci sono le elezioni e io sono la candidata di una grande coalizione.. Maria! Maria!-

Maria aveva cacciato giù il telefono, i carabinieri erano arrivati con una camionetta. Da secoli chi era stato rivoluzionario a ventanni, a cinquanta aveva la coscienza sporca e quindi tendeva a reprimere ferocemente le ribellioni altrui. E' una regola della democrazia. Maria vide Fede prendere la chitarra piazzarsi davanti agli sbirri e sedersi per terra.
Chiara alle prime note del primo accordo riconobbe quella canzoncina che suo nonno le cantava quando la prendeva in braccio da piccola. Non ne coglieva l'importante contenuto sociale e politico, i velati messaggi culturali. A Chiara faceva schifo la politica, facevano schifo i politici, non gliene fregava nulla di parecchie cose importanti tipo la religione o l'economia, ma si rcordava le canzoni che ascoltava da bambina e sapeva dove era il bene e dove era il MALE. Fu così che Chiara che aveva costretto Paolo a mettere sul grande fratello di turno la sera dell'elezioni, Chiara diplomata in ragioneria perchè il liceo "era troppo difficile".. Chiara appunto si mise a cantare e fu la prima, e la signora Pina ridendo ci si mise anche lei e per sentire meglio si andò a mettere proprio dietro a quel pericoloso ragazzotto seduto che suonava la chitarrina in faccia ai carabinieri.

-Così ti sei resa conto anche tu che ci sono le elezioni tra tre giorni- Rossana si allarmò un attimo quando vide il sindaco alle sue spalle - meno male, sai molti confondono l'imbecillità con la giovinezza -
Rossana quando era entrata e nessuno era dentro, si era seduta sulla poltrona. Ora cercava di alzarsi velando l'imbarazzo con l'indifferenza.
- Stai pure Rossana.. ormai è il tuo momento -
- Qualcuno confonde l'imbecillità con il comunismo, sindaco, anche questo è vero- intanto si alzò e guardando negli occhi gli si pose di fronte, come si sta davanti a un nemico.
- Il comunismo non esiste più, non te lo hanno detto Rossana? Oggi c'è il mercato, c'è l'amministrazione di molteplicità d'interessi, il popolo è una moltidudine di singoli-
- E lei da quando non lo è più? oppure mi vuole dire che non lo è mai stato e a Roma con i voti di chi ci è finito?- Rossana usava un tono scherzoso, ma sapeva qual'era la battaglia. Conosceva il motivo per cui il sindaco era qui.
Il sindaco sorrise. Il sorriso era lo stesso da sempre, il sorriso del potere dall'inizio del mondo, di chi risparmia la vita. Senza drammatizzare troppo il sindaco si sedette alla poltrona.
- Tu sei il candidato sindaco di una grande coalizione. La gente voterà te, ma siamo noi che decidiamo questo, capisci, bambina mia? Tu sei la figlia del comandante Pedro e questo E' il motivo per cui sei quello che sei. Ma non ti esime da rispettare le responsabilità che ti stai per prendere. E noi - abile pausa in cui il sorriso si trasformò in un ghigno feroce - noi vogliamo delle rassicurazioni per il futuro programma, perchè la politica, l'unica politica vuole stabilità, capisci, bambina mia?-
- No. Non capisco.- e capiva benissimo, stava solo contando i secondi che separavano da quel cognome che stava per piombarle addosso come una mannaia.
- Domani prenderemo un aperitivo su quel grosso yacht che puoi vedere guardando dalla finestra- indicando fuori - E' del signor Chiozzi, io credo che tu lo conosca già vero? -
- Quell'uomo è un mafioso!-
- La vita privata del signor Chiozzi non ci riguarda bambina mia. Domani verrai perchè noi lo vogliamo e non c'è altro, futuro sindaco. E' tutto chiaro, bambina mia?-

Su in cielo, in un angolo del paradiso riservato agli uomini di buona volontà, che gli angeli sono riluttanti a chiamarli comunisti, il comandante Pedro ascoltò la risposta di Rossana e per un attimo nella felicità immensa dei beati spremette una lacrimuccia che cadde sulla ridente e rivierasca cittadina. E venne giù un grande acquazzone che pulì tutto, e raffreddò l'aria calda d'inizio estate.

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